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La pizza "a ogge a otto" la inventarono i napoletani in tempi di fame nel dopoguerra.
No, non è una pizza dalla farcitura speciale. È la classica margherita, o la marinara, cotta e mangiata, ma pagata, dal cliente affezionato, con comodo (magari a otto giorni di distanza).
Non siamo nel dopoguerra, ma molti italiani iniziano a stare “in bolletta”, così a risuscitare la vecchia tradizione napoletana è un nome noto, il poliedrico Gino Sorbillo, non nuovo ad iniziative di carattere sociale. Gino, che ricordiamo è titolare dell`omonima pizzeria in via Tribunali, nel cuore del centro storico della città, ripropone la pizza "a ogge a otto" come "atto di fiducia, amore e solidarietà, in un momento di gravissima crisi economica come questo, con le famiglie che non ce la fanno neanche a garantire il piatto a tavola".
05/04/2013
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